di Fausto Pellegrini - Paolo Ciofi: Il lavoro senza rappresentanza - L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Così recita l'art. 1 della nostra costituzione repubblicana. Elemento fondativo e qualificante per i padri costituenti, il lavoro sembra aver perso oggi la sua autonoma ed originale rappresentanza, relegato ad un elemento quantitativo ma non più qualitativo di analisi del giudizio.
Da questa constatazione, e da quella che riguarda più specificamente i partiti della sinistra ed i loro nuovi punti di riferimento, prende le mosse il libro di Paolo Ciofi, "Il lavoro senza rappresentanza. La privatizzazione della politica" edito dalla Manifesto. Il libro parte da una premessa teorica fondamentale: il conflitto capitale lavoro, lungi dall'essere superato dagli eventi storici, mantiene oggi una attualità straordinaria, che travalica i confini nazionali per diventare una questione che resta centrale anche nell'età della globalizzazione, letta come un gigantesco processo di subordinazione dei lavoratori allo sfruttamento capitalistico.
Ciofi parte da questa premessa denunciando il fatto che la sinistra politica ha cessato di rappresentare tutte le istanze che derivano dal lavoro; accusando da un lato la sinistra liberal di aver ceduto alla cultura dell'impresa tout court, e dall'altro la sinistra radicale di aver scelto altre figure da rappresentare, abbandonando al suo destino il lavoratore in quanto tale.
Il libro attraversa gli ultimi anni della nostra storia alla ricerca delle cause vere e presunte di quello che può certamente definirsi un mutamento genetico della sinistra, passando in rassegna le componenti nazionali ed internazionali che hanno portato alla svalorizzazione del ruolo del lavoro e del lavoratore. Ne vien fuori il racconto analitico e spietato di un nuovo modello di riferimento generale: quello della privatizzazione della politica, che nasce sia dal fallimento dell'organizzazione degli Stati comunisti, sia dal mito americano della possibile esistenza di una società senza classi.
L'unica novità positiva di questi anni, per Ciofi, è rappresentata dal movimento new global almeno da quella parte che tende a mettere a nudo tutte le contraddizioni del neoliberismo, che ha reso evidente la necessità che il cambiamento può esserci solo in un originale rapporto tra movimenti e lavoratori: il solo capace di trasformare la politica, dal basso.
Un libro certamente interessante, che mette al centro della sua analisi una questione che, qualunque sia il ruolo che si vuoi attribuire al lavoro nella costruzione politica della società moderna, resta un punto fermo del dibattito. Ed è ancora uno dei valori fondamentali della nostra costituzione. Dalla quale, dice Ciofi, occorre ripartire senza tentennamenti. Qui ed ora. Per esportare, anche in Europa, le conquiste maturate nel nostro Paese.

da Rainews, rubrica libri