
L'analisi di Ferrero si sviluppa infatti su due piani e ha l'ambizione non solo di demistificare un dogma diventato senso comune che oscura precisi interessi sociali e di classe, ma anche di indicare, sulla base di tale demistificazione, una diversa prospettiva politica su cui si possa costruire una sinistra degna di questo nome. In effetti, l'osservazione della realtà mette in evidenza una contraddizione logica che rasenta il paradosso, revocando in dubbio il senso stesso delle politiche di bilancio adottate in questi anni. In generale e in particolare dopo il 2007, quando con la vicenda dei mutui subprime prende avvio dagli Usa la crisi globale
Se, come ci hanno indottrinato in tutti i modi e con tutti mezzi, le principali ragioni della crescita del debito pubblico sono da ricercare in un tenore di vita «al di sopra delle nostre possibilità» e in un eccesso di spesa pubblica soprattutto per pensioni e sanità, come mai, in presenza di feroci politiche di contenimento salariale (a cominciare dall'attacco alla scala mobile), di "riforma" delle pensioni e di restrizione delle prestazioni sociali, il debito pubblico è cresciuto, invece di diminuire?
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*pubblicato sul n. 6/2014 di Critica Marxista