di Salvatore Scaglione - Nella svalutazione del lavoro c'è un principio di disgregazione sociale - Nella svalutazione del lavoro c'è un principio di disgregazione sociale che pochi hanno saputo cogliere per tempo. Lo ha fatto Paolo Ciofi ripercorrendo con un libro-inchiesta (Paolo Ciofi, Viaggio nell'Italia del lavoro, CalicEditori, pp. 125, euro 13 ) diverse aree produttive – o già produttive - del paese, intervistando protagonisti, connettendo analisi, ricostruendo piccole-grandi storie.

Questa disgregazione, tuttavia, anche chi l'ha percepita l'ha inquadrata nelle necessità del pensiero unico, nel volto oscuro del sole della globalizzazione. Oggi che i riflessi di quella frantumazione producono frutti avvelenati che non piacciono a nessuno, sono in molti a stupirsene e chiederne conto, caricando di responsabilità l'inclemenza della fase storica, o a misteriosi inquinamenti antropologici, o ancora la perdita di una mai esistita “bontà originaria” misteriosamente connessa ad una “identità” messa in crisi.

Si è perso il valore del lavoro, ma si è perso anche il lavoro. Perché sia accaduto fa parte di una storia non scritta di questo paese, una storia che qualcuno dovrà fare al di fuori dagli interessi di Confindustria e dalla coorte di suoi simpatizzanti. Ma anche senza i paraocchi ideologici, pronti a risolvere in due o tre premesse di principio quanto risulta difficile comprendere e coinvolge responsabilità plurime.

Perché si è persa l'industria chimica (e quanto resta è solo inquinamento mortale); perché si è persa l'industria informatica; perché si è persa l'industria navale, e così via. Ma anche perché si è persa l'attività agricola, tutt'altro che insignificante, sia in un'ottica economica che di inquinamento ambientale.

Ciofi si occupa della cancellazione del lavoro, dalle fabbriche e dalla sensibilità collettiva, dalla cultura diffusa e dai media, e tuttavia ci fornisce anche chiavi di lettura anche per quel lavoro di ricerca cui abbiamo accennato che coinvolge l'economia e la politica, dal dopoguerra ad oggi. Le miopie di interpretazione o le consapevoli alterazioni delle prospettive, che hanno portato a quel processo definito di modernizzazione ed in realtà consistente in una perdita di senso e di prospettive.

Recensione scritta da Salvatore Scaglione per Megachip il 14/08/08